IL CRICETO: LA RIPRODUZIONE

Non hai ancora letto i precedenti articoli sulla cura del criceto? eccoti i link 🙂

Sebbene siano molti i criceti in cerca di adozione presso svariate associazioni, il criceto si può far riprodurre facilmente in cattività. Innanzitutto bisogna scegliere due esemplari di sesso opposto e giovani (la femmina deve essere tra i 3 e gli 8 mesi mentre il maschio sotto l’anno), non consanguinei e il più possibile esenti da tare genetiche.

E’ MOLTO IMPORTANTE ASSICURARSI CHE I DUE ESEMPLARI APPARTENGANO ALLA STESSA SPECIE, SOPRATTUTTO PER QUANTO RIGUARDA I CAMPBELL E I WINTER WHITE CHE ORMAI, IN ITALIA, SONO STATI FATTI INCROCIARE FACENDO NASCERE SOGGETTI MALATI. INOLTRE LA FEMMINA SE PARTORISSE CUCCIOLI IBRIDI RISCHIEREBBE SERIAMENTE DI MORIRE DI PARTO A CAUSA DELLA MOLE DEI CUCCIOLI.

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Cucciolata di dorati di 3 settimane circa
– Fotografia di proprietà di Gianna-
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Timothy, il mio criceto dorato all’età di 3 settimane circa

Solitamente per i principianti il riconoscimento del sesso è un grosso scoglio; per capire se si possiedono realmente un maschio e una femmina va guardata la distanza ano-genitale: nelle femmine la distanza tra i genitali e l’ano si riduce a pochi millimetri, al contrario, nel maschio, questa distanza è maggiore. Nei criceti che hanno la ghiandola ventrale, solitamente nel maschio è particolarmente in evidenza poichè ricoperta da un sebo giallastro che, nei momenti di maggior produzione, può macchiare il pelo circostante.
Una volta soddisfatte le condizioni base, se siamo ancora convinti, allora dovremo far incontrare i due esemplari. Uno degli errori più comuni è mettere un criceto nella gabbia dell’altro. I criceti sono animali estremamente territoriali (soprattutto le femmine) e non sopportano intrusioni di nessun genere in casa loro, in questi casi difficilmente avverrà l’accoppiamento, anzi, facilmente si avrà un attacco del padrone della gabbia nei confronti dell’ospite.
Per essere sicuri che l’accoppiamento vada a buon fine, si dovrà allestire un territorio neutro nel quale mettere entrambi tutte le sere per una settimana: la criceta va in calore ogni 4 giorni per poche ore, ripetendo gli incontri per una settimana sarete certi che almeno una sera la femmina sarà fertile.
Una volta avvenuto l’accoppiamento rimettete i criceti ognuno nella propria gabbia.
La gestazione dura circa 3 settimane (varia di poco da specie a specie) nelle quali la criceta mangerà molto e preparerà con particolare attenzione il nido. Durante questo periodo bisognerà mettere a disposizione abbondante fieno e carta igienica, mettere la gabbia in un posto particolarmente tranquillo e aumentare la quantità di cibi proteici.
Pochi giorni prima del parto pulite a fondo la gabbia mettendo un fondo di lettiera particolarmente abbondante e poi lasciate che la femmina si sistemi come meglio crede. Poco prima del parto inizierà a perdere un po’ di sangue e sarà particolarmente nervosa. Una volta avvenuto, cercate di disturbare il meno possibile madre e piccoli, controllateli una volta al giorno per togliere eventuali cadaveri che altrimenti andrebbero in decomposizione.
La madre subito dopo il parto può mangiare i piccoli, ciò avviene principalmente per 4 motivi:

  1. Il piccolo è nato morto
  2. Il piccolo è malato o presenta deformazioni che gli impedirebbero di sopravvivere
  3. La madre è troppo giovane e non è ancora in grado di allevare i piccoli
  4. La madre è stressata e si sente in pericolo, di conseguenza uccide i piccoli. (capita se sbirciate troppo nel nido o le date fastidio)

RICORDATEVI CHE I PICCOLI NON DEVONO ESSERE PER NESSUN MOTIVO TOCCATI DA NOI A MANI NUDE, I CUCCIOLI PERDEREBBERO IL LORO ODORE E VERREBBERO SCACCIATI DALLA MADRE! SE UN CRICETINO SI ALLONTANA E NON RIESCE A TORNARE AL NIDO SPOSTATELO CON UN CUCCHIAIO E RIPONETELO INSIEME A MAMMA E FRATELLI.

Nel caso aveste lasciato il maschio con la femmina, separateli prima che questa partorisca, in quanto poche ore dopo di esso la neo mamma torna nuovamente fertile quindi rischiereste di trovarvi sommersi di criceti che non avevate programmato.

Durante l’allattamento continuate a fornire alimenti proteici, serviranno a tenere in forze la mamma e ad aiutarla a produrre il latte necessario al sostentamento dei piccoli.

Quando i cricetini avranno messo il pelo e inizieranno ad uscire da soli per esplorare (verso i 13 giorni circa) potrete pulire nuovamente la gabbia e iniziare a toccare i cuccioli per abituarli ad essere maneggiati.
D’ora in avanti i piccoli inizieranno ad assaggiare i cibi solidi e a bere dal beverino, quindi abbiate l’accortezza di abbassarlo in modo che anche loro possano utilizzarlo.
Al trentesimo giorno i piccoli andranno divisi per sesso e potranno essere adottati.
Le regole per garantire ai piccoli una vita sana e felice sono semplici:

  1. Informarsi su come verrà tenuto il cricetino
  2. Far firmare un documento di adozione in duplice copia (una per voi e una per l’adottante), fare una fotocopia della certa d’identità dell’affidatario, altrimenti il documento perderà validità
  3. Non fidatevi di chi vi chiede tutti i piccoli in blocco, sono quasi sicuramente allevatori o proprietari di serpenti che vogliono assicurare un pasto gratuito al proprio rettile
  4. I cuccioli vanno dati singolarmente, le coppie dello stesso sesso presto o tardi finiranno per litigare e uno dei due avrà sicuramente la peggio; le coppie di sesso opposto finiranno con l’accoppiarsi e faranno nascere criceti malati e con tare genetiche.

Una volta terminato lo svezzamento dei piccoli, la criceta dovrà avere tassativamente un periodo per riprendersi (almeno tre mesi) durante il quale non dovrà avere altre gravidanze che, in caso contrario, rischierebbero seriamente di debilitarla portandola ad abbandonare prematuramente la nuova cucciolata.

naturalmenteJo

IL CRICETO: LE SPECIE IN COMMERCIO

Ciao Ragazze/i!
Inauguro con questo articolo la sezione del blog dedicata alla cura degli animali domestici. Essendo io appassionata di “esotici” ho pensato di aprire le danze parlandovi di un animaletto che quasi tutti abbiamo avuto in casa ma con cui si commettono una marea di errori! Siccome devo fare la persona seria e gli articoli devono avere prima di tutto l’intento di informare, ho pensato di dividere l’articolo in più parti e di cominciare con le specie commercializzate in Italia.
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