CARASSIUS AURATUS #5: IL MANTENIMENTO DELLA VASCA, IL DIMORFISMO SESSUALE E LE MALATTIE PIU’ COMUNI

Ciao ragazze!

Scusate l’assenza ma sono sempre impegnatissima con lo studio.. ho però cercato di ritagliarmi due minuti per scrivere l’articolo conclusivo sul pesce rosso e mai giorno sembra più adatto di oggi visto che ho proprio i miei pesciotti in cura per l’ictio! Ma andiamo per ordine.. Innanzitutto vorrei presentarvi l’ultima arrivata: lei è Celeste..

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e come potete vedere si è ambientata benissimo..

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Venendo a noi, oggi vi parlerò del mantenimento della vasca, del dimorfismo sessuale e delle malattie più comuni.

Per quel che riguarda il mantenimento della vasca, se avete eseguito un corretto periodo di maturazione del filtro basterà fare un cambio al mese pari al 30%, quindi se il mio acquario è di 100 litri dovrò cambiare una volta la mese 30 litri d’acqua. Ma come vanno effettuati i cambi?

Per fare un corretto cambio dell’acqua dovete procurarvi una bacinella o una tanica nuova, di capienza adeguata a quella del cambio e che non sia mai venuta a contatto con detersivi o prodotti chimici. Se avete il riscaldatore in vasca dovrete attrezzarvi con un riscaldatore di scorta per portare l’acqua del cambio alla stessa temperatura di quella dell’acquario. Per concludere, se avete tempo potete far decantare per un giorno l’acqua in modo da farle perdere il cloro, se non avete tempo di far decantare l’acqua per almeno 24 ore potete usare un biocondizionatore per legare cloro e metalli pesanti. Personalmente io consiglio di usare comunque il biocondizionatore in quanto il cloro è in grado di evaporare ma ciò non accade per i metalli. Ad ogni cambio estraete la spugna all’interno del filtro e sciacquatela sotto l’acqua corrente, dopo di che riponetela a proprio posto. La spugna va sostituita una volta l’anno. Una volta a settimana invece è bene fare i test di routine per controllare i valori dell’acqua (pH, kh, gh, NO2, NO3).

Detto questo, i problemi principali che vi si potrebbero porre una volta inseriti i pesci e avviato l’acquario sono due:

  1. la riproduzione
  2. le malattie

Per quel che riguarda la riproduzione, se i carassi vengono tenuti bene non è così difficile farli riprodurre. Ciò ovviamente può avvenire se siete in possesso di un maschio e di una femmina; ma come si può distinguere il sesso nei carassi? la distinzione del sesso può avvenire con 2 modalità:

– se i vostri pesci sono già lunghi una decina di centimetri è molto probabile che siano sessualmente maturi, ciò fa si che appena le temperature si alzino i maschi vadano in fregola mostrando i tubercoli nuziali su branchie e pinne anteriori. Questo è il modo più semplice per identificare il sesso dei vostri carassi.

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Carassio con tubercoli nuziali sulla branchia
-immagine reperita in rete-

– se i vostri pesci sono lunghi pochi centimetri, come i miei, non sono ancora maturi sessualmente e di conseguenza i maschi non andranno in fregola. Per distinguerne comunque il sesso si può osservare l’area perianale: se la zona presenta una piccola protuberanza allora avremo probabilmente a che fare con una femmina, se al contrario mostra una rientranza, con un maschio. Questo metodo non è preciso in quanto la differenza tra maschio e femmina è veramente molto sottile, l’unico modo per esserne sicuri è osservare il più possibile i vostri pesci.

Se non desiderate avere altri carassi, è bene non cercare di salvare le uova, in questo modo, presto o tardi i genitori le mangeranno.

Per quel che riguarda le malattie, le più comuni nei carassi sono:

  • INTOSSICAZIONE DA NITRITI: l’intossicazione da nitriti è una delle principali cause di morte negli acquari avviati male o mal gestiti. I pesci boccheggiano, tengono le pinne chiuse sino ad arrivare a presentare macchie scure e addirittura morire. L’unico modo per evitare questo problema è avviare bene l’acquario, eseguire cambi e controlli dell’acqua in modo regolare e non eccedere con il cibo in vasca che potrebbe diventare marcescente se non consumato. Nel caso in cui vi ritrovaste con un picco di nitriti, la prima cosa da fare è effettuare un cambio massiccio (50%) con acqua appositamente trattata e alla stessa temperatura di quella già presente in acquario, è inoltre consigliabile inserire 1 cucchiaino di sale non iodato ogni 15 litri d’acqua.  Continuare con cambi giornalieri (15%) e reintegro del sale tolto, ogni giorno sino alla normalizzazione dei parametri.
  • BATTERIOSI/CORROSIONE DELLE PINNE: l’erosione delle pinne è il primo sintomo di batteriosi in atto, i sintomi sono i bordi delle pinne che inscuriscono sino appunto a erodersi e quindi a cadere, lasciando la parte restante con i margini frastagliati. L’erosione delle pinne compare solo in caso di cattiva gestione della vasca, dovete perciò capire cosa non va e portare dei correttivi. Un rimedio casalingo che può attenuare i sintomi, se leggeri e ai primi stadi, è inserire in acqua 1 cucchiaino di sale da cucina non iodato ogni 15 litri d’acqua e fare cambi d’acqua più frequenti reintegrando il sale. In alcuni casi il sale può essere risolutivo.
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Discus con corrosione delle pinne in stadio avanzato
– immagine reperita in rete –
  • INFIAMMAZIONE DELLA VESCICA NATATORIA: è un problema molto frequente nei carassi sopratutto se non viene curata l’alimentazione e non si rispettano i giorni di digiuno consigliati. Un pesce con vescica natatoria infiammata non riuscirà a nuotare verso il fondo della vasca ma galleggerà inesorabilmente a pelo dell’acqua, a volte a pancia in su. In casi simili è bene tenere a digiuno il pesce per almeno 2 giorni e al terzo reintegrare il cibo con parsimonia dando per qualche giorno solo piselli sbollentati e un pezzettini di aglio fresco. Le verdure infatti sono facilmente digeribili al contrario dei fioccati e l’aglio è un ottimo antinfiammatorio naturale che può essere somministrato al pesce anche a scopo preventivo. Se dopo un ciclo di dieta correttiva non vi sono cambiamenti, è bene rivolgersi al proprio veterinario per tentare una cura antibiotica. Questa patologia non va sottovalutata in quanto potrebbe cronicizzarsi.
carassio eteromorfo con problemi alla vescica natatoria
– immagine reperita in rete –
  • MALATTIA DEI PUNTINI BIANCHI (ictioftiriasi): l’ictiofitiriasi è una delle malattie può comuni negli acquari appena avviati o in cui sono appena stati introdotti nuovi pesci. Questa patologia è innescata da un protozoo, Ichthyophtirius multifiliis, che infesta la vasca ma sopratutto utilizza per svilupparsi e riprodursi i vostri pesci come ospiti. E’ altamente contagiosa e se non curata porta alla morte del pesce. Ci accorgiamo della presenza del protozoo in quanto, il suo ciclo biologico comprende lo stadio di ciste che noi percepiamo appunto come “puntino” sulla livrea del pesce. Per curare l’ictioftiriasi è necessario rivolgersi al vostro veterinario in quanto i medicinali per contrastarla non sono più vendibili in Italia. Un acquario infestato senza pesci al suo interno torna “sano” in 3 giorni (per essere sicuri è bene attendere anche una settimana), perchè il protozoo senza ospite non è in grado di sopravvivere.
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pesce con malattia dei puntini bianchi
– immagine archivio sera-
  • IDROPISIA: la causa più probabile dell’idropisia è una batteriosi interna a cui possono associarsi altri problemi. I sintomi sono addome gonfio, squame sollevate, apatia, opacità degli occhi, protrusione dell’ano. Quando si presenta difficilmente il pesce riesce a salvarsi in quanto gli organi smettono di funzionare e ciò fa si che i liquidi si accumulino all’interno dell’animale. I batteri che causano l’idropisia sono normalmente presenti in acquario ma colpiscono il pesce solo quando questo è sottoposto a stress, fame, alimentazione sbagliata, trasporto violento, condizioni igieniche dell’acqua carenti. Nel caso in cui il vostro pesce presenti tali sintomi contattate immediatamente il vostro medico veterinario esperto in ittiologia. Dopo un caso di idropisia è bene trattare l’intera vasca in quanto si tratta di una patologia contagiosa.
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pesce rosso con idropisia
– immagine reperita in rete –

Bene ragazze, anche per oggi concludo qui e chiudo definitivamente il capitolo pesci rossi sul blog, spero di non avervi annoiate!

naturalmenteJo

LE TARTARUGHE AMERICANE (SECONDA PARTE)

[QUI puoi leggere la prima parte dell’articolo]

L’ALIMENTAZIONE
Quando si tratta di tartarughe, uno degli errori principali di gestione riguarda sicuramente la somministrazione degli alimenti. In commercio infatti, sono venduti mangimi assolutamente inadatti ad un corretto e sano sviluppo dell’animale; primi fra tutti i gammarus o gamberetti essiccati. Questo prodotto, infatti, è altamente incompleto, povero di nutrienti e, se somministrato con continuità, può portare a gravi carenze vitaminiche nonchè problemi alla corazza dovuti al limitato apporto di calcio.
Troviamo anche pellet delle più svariate marche, il più indicato è il Tetra Reptomin che comunque non deve essere dato come unico alimento, ma come integratore della dieta, al massimo una volta a settimana. Pellet scadenti e di scarsa qualità, se assunti dalla tartaruga come unica fonte di sostentamento, possono portare problemi renali in quanto contengono una massiccia quantità di proteine.
Quindi cosa deve mangiare la nostra Trachemys?
La dieta della Trachemys, anche in cattività, deve essere il più simile possibile a quella che avrebbe in natura quindi dovrebbe essere composta da PESCE (preferibilmente d’acqua dolce) e VEGETALI.
Le tartarughe americane sono onnivore, è perciò congliabile cominciare sin da subito a somministrare piccole quantità di vegatali per aiutare il transito intestinale e abituare l’animale ad una dieta corretta e più varia possibile.
I pesci più indicati sono i LATTERINI, in mancanza di essi si possono somministrare alici, trota e tutti i pesci di fiume. I latterini, laddove la stazza dell’animale lo consenta, vanno dati lavati, a temperatura ambiente e interi; nel caso delle alici invece è bene eliminare la pinna caudale e la coda in quando potrebbero graffiare l’animale durante ingestione. Per integrare il calcio nella dieta si può far ricorso all’osso di seppia (alimento facilmente reperibile nei negozi di animali nel reparto dedicato a cocorite e pappagallini in genere oppure nella vostra pescheria di fiducia). Se la vostra tartaruga lo gradisce potete darne un pezzetto ad ogni pasto, nel caso faticasse a mangiarlo potete ridurlo facilmente in polvere (vista la sua consistenza gessosa) e “impanarvi” il pesce prima di darlo all’animale. Per i forti di stomaco, per integrare l’alimentazione, è particolarmente indicata la somministrazione di lombrichi.
latterini
Per quel che riguarda le verdure, le più adatte sono le insalate amare come INDIVIA, RADICCHIO e CICORIA; possono comunque essere date anche zucchine, carote (con una certa parsimonia), cetriolo ecc.. Evitate il pomodoro in quanto ha un rapporto calcio-fosforo altamente sfavorevole.
La tartaruga, per quel che riguarda l’alimentazione, è particolare come tutti i rettili: da piccole è bene alimentarle giornalmente in quanto sono appunto in fase di crescita, quando però diventano adulte è bene somministrare il cibo ogni 2-3 giorni perchè i processi digestivi rallentano.
Un altro problema che solitamente ci si pone è relativo alla quantità, soprattutto quando sono molto piccole. In genere la porzione giusta è pari a 2-3 volte il volume della testa dell’animale. Dare le giuste dosi di cibo è molto importante se si vuole evitare obesità e sovralimentazione. 

DETERMINAZIONE DEL SESSO E DIMORFISMO SESSUALE
Capire se la vostra tartaruga è un lui o una lei è una cosa alquanto spinosa.. Nei soggetti molto giovani, solitamente al di sotto dei 5-6 anni, determinare il sesso dell’animale è particolarmente difficoltoso se non impossibile. Nelle Trachemys la determinazione del sesso è legata alla temperatura di incubazione. Se le uova vengono incubate al di sotto dei 27°C nascono solo maschi (tempo di incubazione 100-120 giorni), invece sopra i 30°C nascono femmine (tempo di incubazione 60-70 giorni). A temperature intermedie nascono maschi e femmine in proporzione variabile. In commercio si trovano quasi tutti soggetti di sesso femminile in quanto negli allevamenti vengono utilizzate temperatura nel range superiore, per accelerare la schiusa, portando alla nascita quasi esclusiva di femmine.
Nei soggetti adulti invece, il riconoscimento del sesso non presenta difficoltà. Le femmine raggiungono una taglia maggiore dei maschi, i quali presentano una coda più lunga e le unghie degli arti anteriori molto sviluppate.
Femmina a sinistra, maschio a destra

MALATTIE
In cattività può capitare che l’animale stia male. Iniziate ad insospettirvi se lo vedete
  • poco vitale
  • con occhi gonfi
  • pelle arrossata
  • guscio molle
  • inappetente
  • con macchie biancastre sul guscio

In ogni caso non ricorrete al “fai da te” e rivolgetevi ad un veterinario specializzato in esotici.

IL LETARGO

In natura, durante la stagione fredda, le Trachemys vanno in letargo. Per gli animali in cattività solitamente il letargo è fattibile se si ha un giardino in quanto le temperature all’interno di un normale appartamento sono troppo alte per innescarlo del tutto. La tartaruga comincia ad andare in letargo a temperature inferiori ai 10°C; in ogni caso, questo processo deve essere seguito passo passo dal vostro veterinario in quanto si dovrà diminuire gradualmente l’alimentazione. Nel caso in cui l’animale non sia sano e in perfetta salute, il letargo va evitato per non innescare eventuali complicazioni.


ADOTTARE!

Nel caso voleste cominciare la vostra avventura con una tartaruga, è possibile adottarle sia da privati che da associazioni qualificate come l’Aae.
L’Aae, associazioni animali esotici, è parecchi anni ormai che aiuta gli animali esotici, tartarughe comprese, dando in adozione soggetti che in passato hanno subito maltrattamenti o abbandono da parte dei proprietari. Nel caso foste interessati potete visitare il loro sito al seguente link: