UN PICCOLO DOLCE AMORE..

Questa è la storia di un piccolo dolce amore, nato sfortunato e cresciuto nell’indifferenza di una teca. Era rosso, con il pelo soffice e i riflessi color oro, gli occhi neri vispi e lucidi che ricordavano la forma di una mandorla.

Si avvicinavano i mesi delle feste natalizie, i mesi del profumo di neve e di caldarroste, tu non potevi sentirli perchè eri sotto vetro. I tuoi compagni di prigionia andavano e venivano, l’unico che non oltrepassava mai la grata in ferro eri tu, piccolo dolce amore: sempre più grosso, ormai adulto, con i dentoni gialli, il pelo arruffato e gli occhi speranzosi.

Tutto ad un tratto qualcosa non va, qualcuno ti insegue.. in tanti ti inseguono.. morsi, urla, grida. Tutto finisce, ma un gran bruciore sul corpo resta. Sei pieno di ferite e vedi male, probabilmente l’occhio destro non tornerà più come prima. 

Un’enorme mano gialla ti afferra.

“si, finalmente è arrivato il mio momento” avrai pensato, ma più che la libertà arrivò solo l’ennesima cocente delusione: ti misero in un’altra teca, nuovamente sotto vetro, un pò in disparte, perchè con la carne a brandelli avresti potuto impressionare i bambini di passaggio. Le pareti della prigione erano lisce, l’acqua aveva un odore strano, così decidesti che ne avresti fatto a meno, faceva tutto male, così ti addormentasti alla luce del neon mentre il commesso di turno apponeva un nuovo cartellino: 8 euro.

Passarono i giorni e le settimane, le tue ferite si trasformarono in cicatrici, chi si avvicinava al tuo angolino lo faceva per sbaglio e si ritraeva schifato oppure blaterava poche parole di circostanza “come si possono tenere degli animali così?”. Mai nessuno che facesse nulla.

Ormai avevi perso le speranze e, non contento, rincaravi la dose: ogni volta che qualcuno si avvicinava interessato mettevi in mostra i tuoi migliori show da esserino satanico e mordace. 

Un giorno però, un ragazzo alto, con la barba un pò lunga e i capelli spettinati fece capolino dall’angolo della teca, aveva gli occhi color nocciola e ti sussurrava parole gentili.. tu, per non sbagliare, ricominciasti ad agitarti saltando da un angolo all’altro di quel buco triste e puzzolente di appena 30 cm per lato. Il ragazzo, qualche minuto dopo, si allontanò.. 

No caspita! stava tornando indietro! Parlava fitto con il commesso assunto da poco, “probabilmente avrà visto qualche cucciolo in esposizione due gabbie più in là..” pensasti, ma stralci di conversazione ti giunsero all’orecchio: 

“Sei sicuro?quello è grosso e credo gli manchi un occhio..”

“Si, voglio quello”

“Ci sono appena arrivati dei cuccioli se vuoi”

“No, voglio lui”

“Tu scegline un altro per sicurezza, non sono sicuro di riuscirlo a prendere”

“Me lo prendo da solo al massimo”

Stavano per caso parlando del serpente che alloggiava in fondo al negozio??

Ad un tratto di nuovo quella mano gialla che puzzava di gomma.. ma questa volta eri pronto! Affondasti i denti ma con scarsi risultati. Di nuovo buio. Mancava l’aria e non riuscivi nemmeno a girarti su te stesso, chissà se anche ai tuoi fratelli era capitata la stessa sorte? 

Il ragazzo pagò frettolosamente e si diresse verso l’auto, ed ecco! Vedesti di nuovo la luce piccolo dolce amore! Questa volta però nessuno ti stringeva, la mano era rosa, profumava di buono. Respirasti a fondo, l’odore del fieno alla camomilla ti invase i polmoni. Eri in un piccolo contenitore in plastica che probabilmente ti sembrò enorme. Iniziasti a gridare spaventatissimo non appena l’auto si mise in moto. Percorsi diverse curve e rettilinei insieme a quel ragazzo che ogni tanto ti parlava piano, sino a quando, un piccolo strattone ti fece capire che vi eravate fermati.

Il trasportino cominciò ad ondeggiare e per tutta risposta tu ti seppellisti in mezzo al fieno. Rumori di porte, ascensori, serrature. Dove diamine ti stavano portando?

Finalmente eri a casa piccolo dolce amore, eri talmente spaventato che per il primo quarto d’ora ti osservammo per controllare che respirassi.

Ti mettemmo nella nuova gabbia. Questa volta l’aria passava liberamente, non c’era più il neon acceso 24 ore su 24 e ad attenderti c’era un succoso pezzo di mela gialla. Probabilmente lo mangiasti con gli occhi perchè per la prima settimana non toccasti quasi cibo ne acqua, non rispondevi agli stimoli esterni, non ti nascondevi neppure, dormivi con gli occhi semi aperti. Eri immobile, fermo e rigido come una statua di marmo.

Piccolo dolce amore, purtroppo questa sera ti ho trovato così, steso su un fianco, probabilmente con l’anima ormai lontana da questo mondo. Ne abbiamo passate tante insieme da quando sei arrivato, due anni stupendi che hai condiviso con me. Per alcuni eri solo un criceto per me sei e rimarrai per sempre il mio piccolo dolce amore..

Buon Ponte Arcobaleno Gas.

 
naturalmenteJo

IL RATTO

Oggi il blog di NaturalmenteJo vi presenta il Ratto! Ebbene si, parliamo proprio del ratto! Quello che ogni tanto sbuca fuori da qualche tombino maleodorante, che fa fuggire la maggior parte della popolazione femminile e che si pensa attacchi la peste se si avvicina a più di un metro..
Tralasciando questi odiosi luoghi comuni (se abitaste pure voi in una fogna sicuramente non profumereste e non sareste proprio sani), forse non tutti sanno che il Ratto (Rattus norvegicus) o surmolotto è un ottimo e insostituibile animale domestico!
Storia
Il Rattus norvegicus, conosciuto anche comunemente come surmolotto o ratto domestico, discende dal ratto selvatico (Rattus rattus) e ha fatto la sua prima comparsa in europa, sulle coste britanniche, intorno al 1720 trasportato dalle navi russe soppiantando l’autoctono ratto nero.
Varietà
Nel tempo l’uomo ha selezionato differenti varietà di ratto, le principali sono:
  • STANDARD: pelo corto e lucido (il più comune)
  • REX: pelo riccio
  • TAIL LESS o MANX: ratto senza coda
  • HAIRLESS o SPHINX: ratto nudo
  • SATIN: pelo più lungo e sottile del normale
  • DUMBO: con orecchie più tonde, più grandi e basse del normale
oltre alle varietà, l’uomo, ha anche selezionato differenti colorazioni:
  • AGOUTI : pelo marrone scuro screziato di marroncino chiaro, occhi neri
  • ALBINO: pelo bianco, occhi rossi
  • AMBER: color ambra, occhi rubino
  • BEIJE: pelo color cappuccino, occhi neri
  • BLACK: pelo nero, occhi neri
  • BLUE: pelo grigio con riflessi blu, occhi neri
  • BLUE AGOUTI: blue con screziature marroncino chiaro, occhi neri
  • BURMESE
  • CINNAMON: pelo color cannella, occhi rubino
  • HIMALAYAN
  • IVORY
  • MOCKMINK
  • PLATINUM
  • PLATINUM PERL
  • RUSSIAN BLUE
  • RUSSIAN DOVE
  • SABLE BURMESE: pelo color cioccolato, occhi neri
  • SIAMESE SEAL POINT: pelo color avorio con calzini e naso marrone scuro, occhi rubino
  • TOPAZ: pelo giallino chiaro, occhi neri
inoltre esiste una classificazione per tipo di pattern (husky, hooted ecc..) che però non sto qui a riportare in quanto sarebbe una cosa molto lunga e laboriosa.
Alloggio
Premesso che i ratti andrebbero presi sempre a coppie o a piccoli gruppi (specialmente se femmine) in quanto sono animali gregari e sociali, qui diamo le misure indicative per un solo ratto che poi andranno moltiplicate per il numero di ratti che intenderete ospitare.
Normalmente ogni ratto dovrebbe avere a disposizione uno spazio 80x50x40 cm (soprattutto se si prende un maschio che può tranquillamente raggiungere da adulto gli 800 gr. di peso).
La gabbia può avere più piani purchè siano pieni e collegati tra loro da rampe, piene anch’esse, di modo che i ratti non cadano da grandi altezze o si rompano le zampe. Inoltre saranno necessarie 2 ciotoline in ceramica (una per il secco e una per il cibo fresco), un beverino a sifone (o più a seconda del numero di individui che alloggiano nella gabbia), una lettiera ad angolo, carta da cucina e rotoli di cartone per foderare il nido e rosicchiare, 2 o più casette, fieno, lettiera (tutolo, truciolo, pellett per stufe ecc), tubi per furetti, amaca, legnetti in salice naturale.
Sarebbe bene inoltre, procurarsi un trasportino per eventuali visite veterinarie, in modo da poter trasportare l’animale in assoluta sicurezza e riparato dalle correnti d’aria.
Alimentazione
I ratti sono animali onnivori perciò la loro dieta dovrà essere il più ricca e varia possibile.
Nella gabbia deve essere sempre presente un mix di semi che potrete comporre voi stessi miscelando riso, avena, frumento, orzo, miglio, farro, quinoa, kamut.
Oltre al cibo secco, ogni giorno la dieta andrà integrata con una quota di fresco: il ratto può mangiare tutta la verdura ad uso umano e la frutta di stagione con qualche eccezione per le banane verdi, patate verdi (potete darle bollite e mature, non germogliate), fagioli, carciofi, arachidi, cavolo rosso, cavolini di bruxelles, liquirizia (provoca ipertensione e tachicardia).
Una volta a settimana andrà data una quota proteica: ottime le uova di quaglia sode o crude, yogurt magro, pollo bollito senza condimenti o qualche crocchetta per cani di buona qualità.
Da evitare invece piante o parti di piante potenzialmente velenose come Begonia, Azalea, Euforbia, Felce, Garofano, Agave, Ortensia, Giacinto, Ippocastano; Foglie di patata, cigliego, tabacco, pomodoro; Mughetto, Mirto, Narciso, Oleandro, Vischio, Edera, Rododendro, Tulipano, Tasso.
Il ratto come pet
Il ratto è un animale estremamente intelligente: impara il proprio nome e ad eseguire comandi oltre che ad utilizzare la lettiera ad angolo come i gatti, è un animale sociale e gregario perciò molto ben propenso a sviluppare un forte legame affettivo con il proprietario che diventerà il suo punto di riferimento.
Ovviamente trattandosi pur sempre di un roditore, prima di procedere all’acquisto di un ratto si dovrà tener conto del fatto che hanno una vita media di un anno e mezzo -due  anni, rosicchiano tutto ciò che gli capita a tiro, da anziani è facile che si ammalino quindi è possibile che abbiano bisogno frequentemente di visite veterinarie, per concludere si riproducono molto velocemente e le cucciolate non faricano ad arrivare anche a 20 piccoli per parto, è perciò consigliabile prendere sempre coppie dello stesso sesso avendo cura, nel caso si opti per una coppia di maschi, di non avere femmine nei paraggi e di prenderli preferibilemente cuccioli, magari apparteneti alla stessa cucciolata.
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CARASSIUS AURATUS (IL PESCE ROSSO): LE VARIETA’

Ciao ragazze! Essendo che prossimamente ospiterò in casa dei pesciolini rossi ho deciso di rivedere la scheda che avevo scritto tempo fa in modo da renderla più completa ed esaustiva.  In questi giorni sto leggendo tanto per non fare errori perciò, essendo che le informazioni sono parecchie, ho deciso di dividere la guida in più articoli in modo da non tralasciare nulla! Oggi perciò approfondirò il tema delle varietà di carassius disponibili.

Il Carassius auratus, conosciuto comunemente con il nome di pesce rosso, è un parente stretto delle carpe e nasce principalmente come animale decorativo. Considerato un pesce sacro, è stato per diversi secoli animale di possedimento esclusivo delle famiglie reali e nobili cinesi. Troviamo infatti, testimonianze relative alla presenza del Carassius e al suo allevamento in numerosi tomi risalenti alla dinastia Ming.

Tutti gli esemplari di Carassiuss che oggi troviamo in commercio derivano dall’incrocio tra la carpa Crucian, conosciuta anche con il nome di Carpa a specchi e il Carassius auratus selvatico denominato Funa.

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carpa crucian (carpa a specchi)
-immagine reperita in rete-

Le varietà disponibili si distinguono in due categorie:

  • omeomorfe —> varietà molto simili alla forma originaria.

Sono considerate varietà omeomorfe:

  • Carassius comune: considerato il pesce rosso per eccellenza è la varietà più simile al fenotipo originario.
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pesce rosso comune
-immagine reperita in rete-
  • Comet: presenta il corpo del pesce rosso comune ma con la variante di avere pinne maggiormente sviluppate, in particolar modo quella caudale.
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pesce rosso cometa
-immagine reperita in rete-
  • Shubukin: molto simile al cometa è caratterizzato da squame trasparenti o dalla colorazione variegata chiamata appunto Calico.
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Pesce rosso Shubukin/calico
-immagine reperita in rete-
  • eteromorfe (conosciute anche con il nome di Orifiamma derivante dal latino “fiamma aurea”) —> varietà selezionate con pinne e corpo deformate rispetto al fenotipo originario.

Fanno parte delle varietà eteromorfe: 

  • il Faintail: caratterizzato da un corpo ovoidale e pinne particolarmente sviluppate. Particolarità dei Faintal è la pinna caudale doppia e l’anale divisa in due parti.
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Pesce rosso Faintail
-immagine reperita in rete-
  • Veiltail: simile al Faintal, il veiltail ha pinne a velo portate all’esagerazione.
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Pesce rosso Veiltail
-immagine reperita in rete-
  • Oranda: presenta un corpo simile a quello del Faintail, è caratterizzato dal Wen, un’escrescenza del capo formata dalla crescita anomala della pelle che si manifesta dal secondo anno di età.
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Pesce rosso Oranda
-immagine reperita in rete-
  • Ranchu: corpo ovoidale, assenza della pinna dorsale, pinna caudale doppia e corta. Come nell’oranda è presente il Wen ed è una varietà che patisce particolarmente gli sbalzi di temperatura.
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Pesce rosso Ranchu/testa di leone
-immagine reperita in rete-
  • Chicco di riso o Pearscale: con corpo ovoidale, pinne corte e doppie, il Pearlscale è caratterizzato dalla presenza di accumuli di calcio a livello delle squame. E’ un pesce che va maneggiato con molta delicatezza proprio per evitare di rovinarne la livrea. 
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Pesce rosso chicco di riso Pearscale
– immagine reperita in rete-
  • Telescopic eye: corpo tondeggiante, pinne ben sviluppate ha la peculiarità di avere gli occhi particolarmente sporgenti e tondeggianti detti appunto telescopici. La versione più conosciuta è il Black moor, pesce rosso con colorazione nero velluto e riflessi oro-marrone.
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Pesce rosso Black moor
-immagine reperita in rete-
  • Bubble eye: questa varietà è caratterizzata da vescicole piene d’acqua che circondano l’occhio.

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  • Celestial: varietà caratterizzata da occhi sporgenti e rivolti verso l’alto.

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  • Demekin: varietà con coprpo particolarmente tozzo e compresso, può combinarsi con le altre varietà creando mix curiosi come demekin con occhi a telescopio.
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Demekin
-immagine reperita in rete-

Conoscere la varietà del vostro pesce è molto importante per la scelta del litraggio dell’acquario e sopratutto per la scelta di eventuali compagni.

naturalmenteJo

IL CRICETO: LA RIPRODUZIONE

Non hai ancora letto i precedenti articoli sulla cura del criceto? eccoti i link 🙂

Sebbene siano molti i criceti in cerca di adozione presso svariate associazioni, il criceto si può far riprodurre facilmente in cattività. Innanzitutto bisogna scegliere due esemplari di sesso opposto e giovani (la femmina deve essere tra i 3 e gli 8 mesi mentre il maschio sotto l’anno), non consanguinei e il più possibile esenti da tare genetiche.

E’ MOLTO IMPORTANTE ASSICURARSI CHE I DUE ESEMPLARI APPARTENGANO ALLA STESSA SPECIE, SOPRATTUTTO PER QUANTO RIGUARDA I CAMPBELL E I WINTER WHITE CHE ORMAI, IN ITALIA, SONO STATI FATTI INCROCIARE FACENDO NASCERE SOGGETTI MALATI. INOLTRE LA FEMMINA SE PARTORISSE CUCCIOLI IBRIDI RISCHIEREBBE SERIAMENTE DI MORIRE DI PARTO A CAUSA DELLA MOLE DEI CUCCIOLI.

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Cucciolata di dorati di 3 settimane circa
– Fotografia di proprietà di Gianna-
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Timothy, il mio criceto dorato all’età di 3 settimane circa

Solitamente per i principianti il riconoscimento del sesso è un grosso scoglio; per capire se si possiedono realmente un maschio e una femmina va guardata la distanza ano-genitale: nelle femmine la distanza tra i genitali e l’ano si riduce a pochi millimetri, al contrario, nel maschio, questa distanza è maggiore. Nei criceti che hanno la ghiandola ventrale, solitamente nel maschio è particolarmente in evidenza poichè ricoperta da un sebo giallastro che, nei momenti di maggior produzione, può macchiare il pelo circostante.
Una volta soddisfatte le condizioni base, se siamo ancora convinti, allora dovremo far incontrare i due esemplari. Uno degli errori più comuni è mettere un criceto nella gabbia dell’altro. I criceti sono animali estremamente territoriali (soprattutto le femmine) e non sopportano intrusioni di nessun genere in casa loro, in questi casi difficilmente avverrà l’accoppiamento, anzi, facilmente si avrà un attacco del padrone della gabbia nei confronti dell’ospite.
Per essere sicuri che l’accoppiamento vada a buon fine, si dovrà allestire un territorio neutro nel quale mettere entrambi tutte le sere per una settimana: la criceta va in calore ogni 4 giorni per poche ore, ripetendo gli incontri per una settimana sarete certi che almeno una sera la femmina sarà fertile.
Una volta avvenuto l’accoppiamento rimettete i criceti ognuno nella propria gabbia.
La gestazione dura circa 3 settimane (varia di poco da specie a specie) nelle quali la criceta mangerà molto e preparerà con particolare attenzione il nido. Durante questo periodo bisognerà mettere a disposizione abbondante fieno e carta igienica, mettere la gabbia in un posto particolarmente tranquillo e aumentare la quantità di cibi proteici.
Pochi giorni prima del parto pulite a fondo la gabbia mettendo un fondo di lettiera particolarmente abbondante e poi lasciate che la femmina si sistemi come meglio crede. Poco prima del parto inizierà a perdere un po’ di sangue e sarà particolarmente nervosa. Una volta avvenuto, cercate di disturbare il meno possibile madre e piccoli, controllateli una volta al giorno per togliere eventuali cadaveri che altrimenti andrebbero in decomposizione.
La madre subito dopo il parto può mangiare i piccoli, ciò avviene principalmente per 4 motivi:

  1. Il piccolo è nato morto
  2. Il piccolo è malato o presenta deformazioni che gli impedirebbero di sopravvivere
  3. La madre è troppo giovane e non è ancora in grado di allevare i piccoli
  4. La madre è stressata e si sente in pericolo, di conseguenza uccide i piccoli. (capita se sbirciate troppo nel nido o le date fastidio)

RICORDATEVI CHE I PICCOLI NON DEVONO ESSERE PER NESSUN MOTIVO TOCCATI DA NOI A MANI NUDE, I CUCCIOLI PERDEREBBERO IL LORO ODORE E VERREBBERO SCACCIATI DALLA MADRE! SE UN CRICETINO SI ALLONTANA E NON RIESCE A TORNARE AL NIDO SPOSTATELO CON UN CUCCHIAIO E RIPONETELO INSIEME A MAMMA E FRATELLI.

Nel caso aveste lasciato il maschio con la femmina, separateli prima che questa partorisca, in quanto poche ore dopo di esso la neo mamma torna nuovamente fertile quindi rischiereste di trovarvi sommersi di criceti che non avevate programmato.

Durante l’allattamento continuate a fornire alimenti proteici, serviranno a tenere in forze la mamma e ad aiutarla a produrre il latte necessario al sostentamento dei piccoli.

Quando i cricetini avranno messo il pelo e inizieranno ad uscire da soli per esplorare (verso i 13 giorni circa) potrete pulire nuovamente la gabbia e iniziare a toccare i cuccioli per abituarli ad essere maneggiati.
D’ora in avanti i piccoli inizieranno ad assaggiare i cibi solidi e a bere dal beverino, quindi abbiate l’accortezza di abbassarlo in modo che anche loro possano utilizzarlo.
Al trentesimo giorno i piccoli andranno divisi per sesso e potranno essere adottati.
Le regole per garantire ai piccoli una vita sana e felice sono semplici:

  1. Informarsi su come verrà tenuto il cricetino
  2. Far firmare un documento di adozione in duplice copia (una per voi e una per l’adottante), fare una fotocopia della certa d’identità dell’affidatario, altrimenti il documento perderà validità
  3. Non fidatevi di chi vi chiede tutti i piccoli in blocco, sono quasi sicuramente allevatori o proprietari di serpenti che vogliono assicurare un pasto gratuito al proprio rettile
  4. I cuccioli vanno dati singolarmente, le coppie dello stesso sesso presto o tardi finiranno per litigare e uno dei due avrà sicuramente la peggio; le coppie di sesso opposto finiranno con l’accoppiarsi e faranno nascere criceti malati e con tare genetiche.

Una volta terminato lo svezzamento dei piccoli, la criceta dovrà avere tassativamente un periodo per riprendersi (almeno tre mesi) durante il quale non dovrà avere altre gravidanze che, in caso contrario, rischierebbero seriamente di debilitarla portandola ad abbandonare prematuramente la nuova cucciolata.

naturalmenteJo

IL CRICETO: ADDOMESTICAMENTO, IGIENE E CURA

Se non hai ancora letto gli altri articoli relativi alla cura del criceto puoi trovarli ai seguenti link:

L’ARRIVO A CASA E I PRIMI APPROCCI

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-Immagine reperita in rete-
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La mia criceta Campbell durante una passeggiata fuori dalla gabbia

Mettete il criceto nella sua nuova casa e lasciatelo tranquillo per almeno due giorni, controllando ovviamente che non gli manchino ne l’acqua ne il cibo. Quando vedrete il criceto più calmo potrete iniziare a fare amicizia con lui: avvicinatevi lentamente senza fare movimenti bruschi, non alzate la voce e non siate precipitosi nel volerlo prendere a tutti i costi, ora bisogna conquistarsi la sua fiducia! Un buon metodo per fare amicizia è offrire qualche golosità al nostro amichetto come qualche pinolo, un seme di girasole, un’arachide, un pezzetto di frutta, insalata e tutto ciò che gli piace ovviamente senza esagerare(non date ne dolci, ne cibi fritti o contenti cioccolato). Inizialmente offritegli il cibo attraverso la griglia della gabbia, si sentirà protetto e per gola presto o tardi si avvicinerà. Una volta che prenderà il cibo dalle vostre mani aprite la porticina e offriteglielo sulla soglia della gabbia, tenete la mano immobile, sarà lui a doversi avvicinare. Soprattutto le prime volte il cibo vi verrà letteralmente strappato di mano ma non demordete. Quando il criceto prenderà il cibo dalle vostre mani senza fuggire potrete passare allo step successivo: mettete il cibo sul palmo della mano e posizionatela all’interno della gabbia. Il piccolo, presto o tardi vi salirà sopra, a questo punto dovrete resistere all’impulso di prenderlo o si spaventerà. Potrete provare a prenderlo solo quando sarete certi che i timori nei vostri confronti saranno totalmente spariti, mai afferrarli calando la mano dall’alto (vi scambieranno per predatori) e prima di cingerli fatevi annusare. Finalmente avete conquistato il vostro peloso amico, è giunto il momento di farlo passeggiare fuori dalla gabbia. In questo caso dovete essere certi che non vi siano pericoli per l’animale: niente cavi elettrici, niente mobili o buchi in cui nascondersi, niente piante potenzialmente velenose. Uno dei luoghi più adatti solitamente è il bagno, li potrete far correre un po’ il vostro criceto per almeno mezz’ora tutte le sere. Durante la passeggiata non dovrete mai perderlo d’occhio o fare dell’altro, ritagliatevi un po’ di tempo da dedicare esclusivamente a lui.

CURA E IGIENE

Una volta a settimana la gabbia in cui alloggia il criceto andrà lavata e igienizzata. Durante quest’operazione è consigliabile mettere l’animale in un trasportino o in una bacinella dai bordi alti dalla quale non riesca ad uscire.
La gabbia andrà totalmente smontata e lavata con acqua calda e sapone neutro; la casetta, le ciotole, il beverino, la ruota e tutti gli altri oggetti andranno anch’essi lavati e asciugati allo stesso modo.
Una volta lavata la gabbia in tutte le sue parti potremo rimettere la lettiera, il fieno, la carta igienica e altri eventuali accessori.
Il beverino andrà igienizzato una volta al mese con acqua e amuchina, ricordandosi di risciacquarlo con abbondante acqua per non lasciare residui di disinfettante.

Per leggere la quinta e ultima parte clicca qui.

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IL CRICETO: L’ALIMENTAZIONE

Se non hai ancora letto la prima e la seconda parte dell’articolo ecco i link:

Una volta allestita la gabbia si dovrà scegliere un buon mix di semi. In commercio ne esistono tantissimi tipi, nel caso in cui si sia indecisi su cosa acquistare il nostro suggerimento è quello di andare a leggere gli ingredienti:

  • un buon mix non deve contenere coloranti e conservanti
  • deve essere possibilmente sottovuoto (così da limitare la presenza di larve ed insetti o muffe)
  • deve contenere bassissime quantità di semi grassi (semi di girasole, di zucca, di lino ecc..) e frutta secca (troppo zuccherina e poco adatta al criceto che è un animale che tende ad essere obeso e a sviluppare patologie come il diabete)
  • non deve contenere sottoprodotti di nessun tipo, specialmente quelli da panificio
  • un buon mix deve contenere il maggior numero di varietà possibili di cereali e semi (orzo, farro, avena, miglio, soia, piselli, riso, lenticchie, mais, sesamo, quinoa, grano tenero, grano saraceno ecc..)
  • da evitare i mix contenenti fagioli. Ad oggi ci sono due scuole di pensiero riguardo i fagioli, c’è chi sostiene siano tossici chi no.. nel dubbio meglio non rischiare!
Giustino, il mio WW mentre mangia germogli di soja, pomodoro, insalata verde e liofilizzato veterinario oxbow

Oltre al mix che andrà posizionato in una ciotolina all’interno della gabbia, il criceto dovrà essere alimentato una volta al giorno con del cibo fresco: ogni giorno potrà essere somministrata la verdura, alternata con la frutta (non più di due volte a settimana) prediligendo quella meno zuccherina. Oltre alle verdure e alla frutta una volta a settimana bisognerà fornire un alimento proteico (formaggio light, yogurt, uovo sodo senza condimenti, carne o pesce bolliti senza condimenti, una o due crocchette per cani di buona qualità).

Tutti gli alimenti freschi dovranno essere dati lavati, asciutti e a temperatura ambiente, in caso contrario l’animale potrebbe avere episodi di dissenteria.
Essendo il criceto un roditore notturno è opportuno dare gli alimenti deperibili la sera e rimuoverne gli avanzi il mattino seguente prima che si deteriorino. Il mix invece va sempre lasciato a disposizione.

CIBI “SI”:

VERDURE: insalata (vanno bene tutte le varietà, attenzione però con la lattuga che è particolarmente ricca d’acqua e che se data in dosi eccessive potrebbe portare a episodi di dissenteria), pomodori (tranne le parti verdi della pianta e i semini), zucchine, asparagi, germogli di soia, patate (non devono essere germogliate e non vanno date le parti verdi della pianta perchè tossiche, va data bollita senza condimenti), carote (in quantità moderate perchè troppo ricche di carboidrati e poco digeribili), basilico, broccoli, cetriolo, zucca, finocchio, sedano, fagiolini e asparagi, piselli.

FRUTTA: mela, pera, pesca, banana, uva, arancia, mandarino, anguria, melone, fragola, lampone, mora, pompelmo, albicocca, ciliegia (senza nocciolo), mirtillo, cocco, prugna, noce, nocciola, arachide, pinoli, mango e papaia.

ALIMENTI PROTEICI: yogurt magro, uovo sodo, pollo bollito, pesce bollito, crocchette light per gatti di buona qualità o crocchette per cani di buona qualità, formaggio light possibilmente poco stagionato.

VIZI SALTUARI: uva passa, cereali per la prima colazione senza zucchero, biscotto light da cani e pane duro (questi cibi non vanno somministrati più di una volta al mese).

CIBI “NO”: parti verdi della patata, parti verdi del lampone, parti verdi e semini del pomodoro, cioccolato, dolci, caramelle, patatine fritte, cipolla, porro, aglio, alloro, fagioli, bulbi e carote in grossa quantità.

Per leggere la quarta parte clicca qui

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IL CRICETO: L’ALLOGGIO

Per leggere la prima parte dell’articolo clicca qui
Prima di portare a casa il nostro nuovo criceto bisogna prepararsi al meglio per accoglierlo. Innanzitutto bisognerà procurarsi una GABBIA: nel caso in cui fossimo intenzionati a prendere un criceto nano come il Campbell, il Winter White, il Roborovskij o il Cinese la gabbia dovrà avere le dimensioni minime di 60 cm di lunghezza e 40 cm di profondità; per il Siriano invece la gabbia dovrà essere molto più spaziosa (minimo 80cm di lunghezza e 40 cm di profondità). La gabbia dovrà essere apposita per criceti, (uno degli errori più comuni è utilizzare le gabbie per canarini che non sono assolutamente adatte), non dovrà avere griglie sul fondo e i ripiani dovranno essere in plastica piena e facilmente smontabili per le operazioni di pulizia. Se la gabbia è un modello a  sbarre, queste dovranno essere orizzontali ed avere una distanza non superiore al centimetro per evitare spiacevoli incidenti. Nella gabbia dovremo mettere una CASETTA in plastica o legno possibilmente a fondo aperto, 2 CIOTOLINE, una RUOTA in plastica piena (niente ruote a raggi, il vostro criceto potrebbe rompersi una zampina) e un BEVERINO a sifone.

 

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Esempio di gabbia adatta per un criceto nano

 

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Esempio di gabbia adatta ad un criceto dorato

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IL CRICETO: LE SPECIE IN COMMERCIO

Ciao Ragazze/i!
Inauguro con questo articolo la sezione del blog dedicata alla cura degli animali domestici. Essendo io appassionata di “esotici” ho pensato di aprire le danze parlandovi di un animaletto che quasi tutti abbiamo avuto in casa ma con cui si commettono una marea di errori! Siccome devo fare la persona seria e gli articoli devono avere prima di tutto l’intento di informare, ho pensato di dividere l’articolo in più parti e di cominciare con le specie commercializzate in Italia.
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